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LA REPUBBLICA
28 febbraio 2006

Parla il professor Mauro Delogu, virologo dell'Università di Bologna
"Già molti precedenti in Asia, nessuna prova di passaggio all'uomo"
"Allarme gatto ingiustificato
Felini domestici non a rischio"
Il gatto morto è stato trovato nelle isole Ruegen


ROMA - Un gatto contagiato in Germania, via a un'altra puntata della psicosi da aviaria. Colpito un animale domestico: come il micetto che accarezziamo ogni giorno. Ma c'è qualche rischio?

"L'unico rischio è che ora dilaghi un 'allarme gatto' del tutto ingiustificato e che potrebbe spingere qualcuno a comportamenti assurdi come l'abbandono di questi animali". A ribadire all'Ansa che il caso non rappresenta un pericolo per l'uomo è il virologo Mauro Delogu dell'Università di Bologna.

"Non c'è alcun allarme ed il fatto che un gatto possa infettarsi non rappresenta un evento nuovo. E' infatti noto - ha detto Delogu - che i gatti siano sensibili ai virus aviari e, in particolare, al virus H5N1". In Asia, ad esempio, ha ricordato l'esperto, si sono verificati vari casi di felini infettatisi per essersi alimentati con carni di volatili a loro volta infetti. Naturalmente, ha precisato Delogu, "è chiaro che nelle zone dove sono presenti dei focolai di influenza aviaria è bene prestare maggiore attenzione ed evitare che i gatti possano entrare in contatto con gli ambienti contaminati".

"Il problema non riguarda i felini domestici ma solo, eventualmente, gatti selvatici che vivono in zone focolaio del virus e si alimentano predando uccelli selvatici".

"Sottolineo - ha concluso- che non esiste alcuna evidenza scientifica di possibilità di trasmissione del virus dal gatto all'uomo. Il caso tedesco dunque - ha concluso - non indica assolutamente che il virus si stia 'avvicinando' all'uomo".
INES TABUSSO